Cosa sono i linfociti B? 

I linfociti B sono cellule del sangue appartenenti alla famiglia dei globuli bianchi e rappresentano una componente chiave del sistema immunitario. Queste cellule sono responsabili della produzione di anticorpi, ovvero proteine, dette immunoglobuline, capaci di riconoscere e neutralizzare agenti patogeni come batteri, virus e funghi. Una volta che il linfocita B identifica un agente esterno potenzialmente dannoso, produce anticorpi specifici che si legano al patogeno, facilitando così la sua eliminazione da parte di altre cellule immunitarie. In questo modo, i linfociti B contribuiscono in modo fondamentale alla difesa dell’organismo dalle infezioni.      (1) 

Che differenza c’è tra linfociti B e linfociti T? 

Esistono due tipi di linfociti denominati “B” e “T”. I linfociti B e i linfociti T sono entrambi globuli bianchi fondamentali per la difesa dell’organismo, ma svolgono ruoli diversi all’interno del sistema immunitario, in particolare nell’ambito dell’immunità acquisita (o adattativa). Entrambi, infatti, non fanno parte dell’immunità innata, ma intervengono quando questa prima linea di difesa non è sufficiente. 2a,2f,2g,2h 

L’immunità innata è la difesa immediata, non specifica, che entra in azione appena l’organismo viene attaccato da un patogeno. Comprende barriere fisiche come la pelle, cellule del sistema immunitario come i neutrofili e i macrofagi e molecole che riconoscono i patogeni in modo generico. I linfociti B e T non fanno parte di questa risposta immediata, ma vengono attivati in un secondo momento. 1b,2f,2g,2h 

L’immunità acquisita (o adattativa) è invece una risposta più lenta ma altamente specifica, capace di “ricordare” i patogeni già incontrati grazie alla memoria immunologica. In questo sistema, i linfociti B e i linfociti T sono i protagonisti principali.1b, 2f,2g,2h 

Ruolo dei linfociti B I linfociti B, quando vengono attivati da un antigene specifico (presente su virus, batteri o altri agenti patogeni), si trasformano in cellule dette plasmacellule, che producono anticorpi. Gli anticorpi sono proteine specializzate che riconoscono e si legano ai patogeni, neutralizzandoli o segnalandoli per la distruzione da parte di altre cellule del sistema immunitario. Alcuni linfociti B diventano anche cellule della memoria, capaci di reagire più rapidamente in caso di una nuova esposizione allo stesso patogeno.1b 

Ruolo dei linfociti T I linfociti T riconoscono frammenti di patogeni (antigeni) esposti sulla superficie delle cellule infette o delle cellule presentatrici di antigene. Esistono diversi tipi di linfociti T, con ruoli specifici: 

  • I linfociti T citotossici distruggono direttamente le cellule infettate da virus o alterate (come quelle tumorali). 
  • I linfociti T helper aiutano a coordinare la risposta immunitaria attivando sia i linfociti B sia altre cellule immunitarie. 
  • I linfociti T regolatori contribuiscono a mantenere l’equilibrio del sistema immunitario, prevenendo risposte eccessive. 

In sintesi, I linfociti B e T fanno parte del sistema immunitario adattativo e non sono coinvolti nell’immunità innata. I linfociti B agiscono principalmente nella produzione di anticorpi contro patogeni extracellulari, mentre i linfociti T riconoscono ed eliminano cellule infette o anomale e regolano l’intera risposta immunitaria.1b 

Il ciclo vitale dei linfociti B 

Il ciclo vitale dei linfociti B è un processo articolato che inizia dalla loro formazione nel midollo osseo e prosegue attraverso diverse fasi fino all’acquisizione della memoria immunologica. 1c  

Vediamo le tappe principali, spiegando cosa accade in ciascuna: 

1. Sviluppo nel midollo osseo 
I linfociti B nascono da cellule staminali ematopoietiche presenti nel midollo osseo. Qui, attraversano vari stadi di maturazione durante i quali sviluppano il cosiddetto “recettore per l’antigene” (BCR), una struttura che consentirà loro di riconoscere specifici patogeni. Solo i linfociti B che riescono a produrre recettori funzionanti vengono selezionati per proseguire; quelli non funzionali vengono eliminati.2b,c 

2. Uscita dal midollo osseo e circolazione 
Una volta maturi, i linfociti B lasciano il midollo osseo e entrano in circolo nel sangue e nei linfonodi, in uno stato definito “naïve” (vergine), cioè non ancora entrati in contatto con il proprio antigene specifico. 2b,c 

3. Attivazione nei linfonodi 
Quando un linfocita B naïve incontra, per la prima volta, l’antigene che il suo recettore riconosce, si attiva. L’attivazione generalmente avviene nei linfonodi o nella milza e spesso richiede anche la collaborazione dei linfociti T helper. L’attivazione induce la proliferazione del linfocita B, cioè la sua moltiplicazione per generare un clone di cellule capaci di riconoscere lo stesso antigene. 2b,c 

4. Differenziazione 
Dopo la proliferazione, i linfociti B si differenziano prevalentemente in due tipi di cellule: 

  • Le plasmacellule, che producono grandi quantità di anticorpi specifici per l’antigene riconosciuto. Questi anticorpi vengono rilasciati nel sangue e nei fluidi corporei per neutralizzare il patogeno. 
  • Le cellule della memoria, che restano nell’organismo e permettono una risposta immunitaria più rapida ed efficace in caso di un secondo incontro con lo stesso antigene. 2b,c 

5. Fine del ciclo e memoria immunologica 
Le plasmacellule hanno una vita limitata: dopo alcune settimane o mesi, vanno incontro a morte programmata (apoptosi). Le cellule della memoria, invece, possono sopravvivere per anni, mantenendo la capacità di rispondere in modo rapido ed efficiente qualora lo stesso patogeno si ripresenti in futuro.2a,d 

Come si contano i linfociti? E cos’è l’inversione della formula leucocitaria”?  

Il conteggio dei linfociti nel sangue si effettua attraverso un esame chiamato emocromo con formula leucocitaria. Questo test di laboratorio permette di conoscere sia il numero totale dei globuli bianchi (leucociti) sia la percentuale delle diverse tipologie, tra cui i linfociti. 3a 

Un campione di sangue viene prelevato e analizzato con un apparecchio automatizzato (analizzatore ematologico), che conta tutte le cellule presenti e distingue le varie popolazioni leucocitarie, inclusi i linfociti, in base alle loro dimensioni e caratteristiche fisiche. 
Il risultato indica sia il numero totale di linfociti per microlitro di sangue sia la percentuale di linfociti rispetto agli altri globuli bianchi. 
Se si vuole distinguere le diverse sottopopolazioni di linfociti, come linfociti B o T, è necessario ricorrere a un esame più specifico chiamato citometria a flusso. 3a 

Sono considerati ”nella norma”: 

  • valori di globuli bianchi compresi tra 4.000 e 10.000 cellule per millimetro cubo.4a 
  • valori di linfociti compresi tra il 20 e il 50% dei globuli bianchi totali.5a  

In condizioni normali, nei bambini più piccoli, i linfociti sono più numerosi dei neutrofili, mentre nell’adulto la situazione si inverte: i neutrofili sono la popolazione prevalente di leucociti nel sangue periferico, superando i linfociti.6a,b 

Si parla di “inversione della formula” quando nei soggetti adulti la percentuale dei linfociti diventa superiore rispetto a quella dei neutrofili. Questa condizione può essere segno di un’infezione virale acuta, di alcune patologie ematologiche, o più raramente di altre condizioni del sistema immunitario.7a,8a, 

Perché i linfociti aumentano e cos’è la linfocitosi? 

Visto il loro ruolo di primo piano nella lotta ai microrganismi, il numero di linfociti aumenta ogni qual volta il nostro sistema immunitario è alle prese con un’infezione, per poi tornare a valori normali quando il patogeno è stato eliminato.3a 

 L’aumento del numero dei linfociti rispetto ai valori normali si chiama linfocitosi

La linfocitosi è quindi una condizione in cui il numero dei linfociti nel sangue supera i limiti considerati fisiologici per età. Nei soggetti adulti, si parla in genere di linfocitosi quando il numero assoluto di linfociti supera i 5000 per microlitro di sangue, ma i valori di riferimento possono variare leggermente a seconda del laboratorio. 
L’incremento dei linfociti spesso rappresenta una risposta fisiologica dell’organismo verso agenti infettivi. 1d 

Oltre alle infezioni, altre cause di linfocitosi possono comprendere: 

  • alcune patologie del sistema immunitario (per esempio malattie autoimmuni), 
  • reazioni a determinati farmaci, 
  • stati di infiammazione cronica, 
  • alcune malattie ematologiche, proprio come la leucemia linfatica cronica o i linfomi. 1d 

Riassumendo, la linfocitosi è l’aumento anomalo dei linfociti nel sangue e la sua valutazione va sempre considerata nel contesto clinico della persona e con l’aiuto di ulteriori esami di approfondimento se necessario.1d 

Quando è meglio fare esami di approfondimento 

La decisione di eseguire esami di approfondimento in presenza di inversione della formula leucocitaria e linfocitosi dipende da diversi fattori clinici. In molti casi, queste alterazioni sono transitorie e legate a infezioni virali acute, soprattutto se compaiono in assenza di altri sintomi preoccupanti e si risolvono spontaneamente nel giro di qualche settimana. Tuttavia, alcune situazioni richiedono un approfondimento. 9a 

È consigliabile prendere in considerazione esami di approfondimento quando: 10a 

  • La linfocitosi o l’inversione della formula persistono per più di qualche settimana senza una causa apparente (come un’infezione recente), o si scoprono casualmente durante esami di routine e non si normalizzano. 
  • Sono presenti sintomi aggiuntivi come febbre prolungata, sudorazione notturna, perdita di peso involontaria, stanchezza marcata, linfonodi ingrossati e persistenti, ingrossamento di milza o fegato, o alterazioni di altri parametri dell’emocromo. 
  • Si osservano valori particolarmente elevati, soprattutto nei soggetti adulti, dove la linfocitosi non è tipica come nei bambini. 
  • Esiste una storia personale o familiare di malattie ematologiche o immunitarie 

Gli esami di approfondimento possibili includono solitamente: ripetizione dell’emocromo, citometria a flusso per identificare il tipo di linfociti, esami virologici o sierologici, e, in casi selezionati, esami più specifici come la biopsia del midollo osseo. 

In conclusione, un controllo medico è sempre opportuno quando le alterazioni persistono o si accompagnano ad altri segni o sintomi. Il medico curante valuterà la necessità di procedere con ulteriori accertamenti in base alla situazione clinica generale. 10a 

IT-14258

Bibliografia 

  1. American Cancer Society. About Chronic Lymphocytic Leukemia. https://www.cancer.org/content/dam/CRC/PDF/Public/8679.00.pdf
  2. Anaya JM, et al. editors. Autoimmunity: From Bench to Bedside [Internet]. Bogota (Colombia): El Rosario University Press; 2013 Jul 18. PMID: 29087650.
  3. ISSalute. Emocromo (analisi cliniche). https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/a/analisi-cliniche/emocromo
  4. Ospedale Niguarda. Esame emocromocitometrico. Informazioni per pazienti. https://www.ospedaleniguarda.it/esami-di-laboratorio/info/129/ESAME-EMOCROMOCITOMETRICO
  5. Ospedale Niguarda. Formula leucocitaria. Informazioni per pazienti. https://www.ospedaleniguarda.it/esami-di-laboratorio/info/146/formula-leucocitaria
  6. Li K, et al. Chin Med J (Engl). 2020;133(16):1900-1907.
  7. Naess A, et al. Infection. 2017;45(3):299-307.
  8. AIL Milano. Leucemia linfatica cronica. https://ailmilano.it/informati/leucemia-linfatica-cronica/
  9. 9. Leucemia linfatica cronica: Sintomi, prevenzione e cause. https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/guida-ai-tumori/leucemia-linfatica-cronica-2
  10. 10. American Cancer Society. Chronic Lymphocytic Leukemia Early Detection, Diagnosis, and Staging. https://www.cancer.org/content/dam/CRC/PDF/Public/8681.00.pdf